Destituito con un colpo di stato militare (12-IX-1974) il vecchio imperatore Hailé Selassié, al potere dal 1930, il 21-III-1975 venne proclamata la repubblica. Nel febbraio 1977 il col. Menghistu Hailé Mariam instaurò un regime marxista-leninista durato fino al 1991, quando fu rovesciato dal Fronte democratico rivoluzionario del popolo etiope (EPRDF), che da allora controlla strettamente il governo. Il 24-V-1993 l’Eritrea, già federata all’Etiopia dal 1952, ha proclamato l’indipendenza dopo una lunga guerra di liberazione. Il conflitto con l’Eritrea, riesploso nel 1998, si è concluso nel 2000 senza variazioni di confine sostanziali. Dopo un lungo stallo, il 16-IX-2018 è stato firmato a Jiddah un accordo di pace. L’Etiopia è intervenuta in Somalia a sostegno del governo nel 2006-09 e nel 2011-12. Un lungo periodo di agitazioni coinvolge le etnie amhara e oromo, che lamentano la marginalizzazione politica da parte del governo, controllato dall’etnia tigrina; ciò ha portato nel 2018 alla nomina come Primo Ministro di Abiy Ahmed, di etnia oromo, che ha cercato di superare la gestione del potere su base etnica (nel 2019 ha sciolto l’EPRDF), acutizzando però le istanze autonomiste e le violenze interetniche. Sono attivi gruppi di ribelli del Fronte di liberazione Oromo e dell’Esercito di liberazione nazionale dell’Ogaden. Dal Sudan del Sud provengono attacchi di gruppi armati a scopo di razzia. In base alla Costituzione dell’8-XII-1994 (in vigore dal 1995), l’Etiopia è una repubblica democratica federale divisa in 9 stati-regione su base etnica. Il potere è concentrato nelle mani del Primo Ministro, mentre il Presidente, eletto per 6 anni dalla Camera dei Rappresentanti dei popoli (fino a 550 membri eletti per 5 anni a suffragio diretto) ha funzioni eminentemente rappresentative; esiste anche una Camera della Federazione (153 membri scelti dalle assemblee degli stati con mandato di 5 anni).

Settore primario.
La terra appartiene allo Stato che la cede in affitto; viene favorito lo sviluppo delle colture commerciali. Nelle regioni meno elevate, a clima caldo e umido (quollá), si coltivano mais e cotone. Negli altopiani fra i 1800 e i 2400 m (voiná degá), che sono le zone più salubri e popolate, si coltivano cereali (orzo, sorgo e teff) e sesamo per uso alimentare inter­no e caffè per l’esporta­zione, diffuso soprattutto nelle zone di Harar, Caffa, Sidamo, Gimma, Uolleggà. Importante la coltivazione della canna da zucchero e del qat, che viene anche esportato. Più in alto, nella degá, prevalgono i pascoli.
Il patrimonio zootecnico è rilevante. Vasti possedimenti sono stati presi in affitto da società agricole straniere.

Settore secondario e terziario.
Le risorse minerarie sono in parte inesplorate e comunque poco sfruttate. Vi sono giacimenti di platino (in Oromīya), di oro (miniera di Lega Dembi, nell’Etiopia meridionale), di niobio e tantalio (miniera nei pressi di Borena), opali (miniera a Wegel Tena, a NW di Dessié). Nei pressi di Jīma si estrae carbone. La maggior parte delle industrie si concentra intorno alla capitale. Tra gli impianti in funzione si segnalano acciaierie (a Debre Zeyit e Alemgena), cementifici (a Diredaua, Macallè e nei dintorni di Addis Abeba), stabilimenti tessili (Addis Abeba, Akaki, Debre Birhan, Diredaua e Bahir Dar), zuccherifici (soprattutto nella valle dell’Āwash), birrifici (Harar), fabbriche di sigarette (Addis Abeba). Notevole il potenziale idroelettrico: la centrale maggiore è sul fiume Omo (da 1,9 GW), ma è in via di attivazione un grande impianto sul Nilo Azzurro (GERD, da 6,5 GW), contestato da altri paesi del bacino del Nilo.

Principali esportazioni (ml $ USA - 2013) caffè 568, semi oleaginosi 454, piante e fiori 257, frutta e ortaggi 156, pellame 71

Rimasto senza sbocchi al mare, il paese dipende dai porti di Gibuti (collegato con la capitale da una ferrovia) e di Berbera (Somalia). La strada tra Metema e Gedaref (Sudan) facilita il collegamento con i porti sul Mar Rosso. Sono in corso notevoli investimenti per migliorare la rete dei trasporti.